20 marzo, 2011

GIORNATAMONDIALEDELLAPOESIA

__________Ci son dei momenti in cui sentirsi degli Imbecilli fa finalmente bene al cuore...
Perse così alcune mani vincenti (ma mai poetare a digiuno di sconfitte, dopotutto) si volteggia a lungo sulle ritirate dis_Astratto_strategiche dell'indifferente oasi in cui sostare... Arriva così qualche ideuzza al progettar le giornate che si allungano... cazzate, belle idee o frittelline... Lanci on line la tua (tua un corno!) giornatamondialedellaPoesia ma che sia  però onlineONLIVE©

_____ Oggi VIGILIAGIORNATA MONDIALE della POESIA ONLINELIVE
Prive di sostegni alcuni, queste PROVE, per una giornata mondiale. Contributi,  consigli e critiche costruttive al momento del tutto carenti dentro un mondo in veloce cambiamento in peggio. Si presuppone ci sia da cambiare i canoni di come guardare le problematiche, le Arti, le Politiche. Le giornate.
Più che i fatti in sé stessi come effetti/difetti con controindicazioni bugiardine.

Dov...e scrivere se non on_line?
se non tra testimoni di popoli interi? al di là delle lingue e di ali... spezzate di ognuno.
VIGILIAGIORNATA MONDIALE della POESIA ONLINELIVE
Dove? Chi organizza? fischio o tam tam. Io non amo essere ferita in battaglie senza senso.

La JAMSESSION (la Poesia è Musica)  da sempre spaventa. Imbarazza. La si minimizza declassandola a "poca preparazione tecnica",  spesso. In effetti molti non sanno nemmeno cos'è.
E soprattutto "chi" spaventa?
O forse è d'obbligo ancora "non esserci", ancora... ncora NON risultar di esser_ci... tra gli annali e le scartoffie ripiegate di destini preconfezionanti..._?
_____ fino a quando poi coltivi un certo non so che di esisTr'esistenza su per i fronti della Storia... La  Scoria.

Mi sarebbe piaciuto prima ancora che si trascendesse così, conoscere e sapere quante sono al mondo le persone in grado di gestire una Improvvisazione in Jamsession- che non sia la cosiddetta "rappresentazione-d'Arte", ma "con" Arte, in Arte,  soprattutto senza "rappresentare" proprio un bel pseudoniente di... bla bla...
e soprattutto  senza scomodi quanto classici compromessi di conoscenza... o di  pre"selezione".  o di folle piene di mai veri folli, di quella marea di troppi che poi non fa...
Sono contraria alla selezione... sarà forse il "suono" dell'associazione?... la selezione SEZIONA l'Arte e la inscatola dove più non conveniva che ci fosse.


I Poeti in calvari premorenti, in liste d'attesa di croce. Di avorio, chi d'oro, chi di pietre smeraldo, chi nulla di più che due paletti sul cuore.




Poesia giace senza il dono di una rosa
mai figlia, mai madre...  Mai sposa?








dioy-20 Marzo 2011





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17 marzo, 2011

BBBUUUUUUUUUUUUUUUMMMMMMMMMMMMMMM


TRITA E RITRITA IL TUTTO TRITA__(mantra )
14/09/2007
di dioydea




NINNA NANNA per l'ALTdiLà!
mantra improvvisato SENZA PRETESE

(figuriamoci quelle della metrica!!)

!


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Trita e ritrita il tutto trita
trattan il tutto con il mitra
la violenza non si vince
la violenza chiama solo
chi nel trito e nel ritrito
sfrutta il tutto nel gran rito
in tal grande confusione
quella grande palla triste
che nel tutto si intristisce
di Dio Money ne fa un mito
e non so perché l’ho scritto
ma il mondo è un gran relitto
che s’affanna già sconfitto
tra un pugnale, un film e un dritto
c’è chi sgozza e chi ci sguazza
c’è chi stupra la ragazza
c’è chi si fa un bidet
e chi la mette nel culett
chi sghignazza e se ne fotte
in tutto il mondo si fa a botte
pugni e calci e vaffanculo
ma non capisco come mai
e perché il mondo non ha chance
se non buttare al cesso
ogni gioco che fa fesso
ogni film e ogni dottrina
tutto l’horror e la vetrina
il bel mondo e l’energia
soprattutto quella che fa BUM 

quel bel grande Patapummm
e tutti gridano un bel BUUUUUMMMMM

 

 

06 marzo, 2011

_____P.P.P.____"risposta" a PIERPAOLO PASOLINI (02/11/2006)



Mi son chiesta più volte come mai io... che son da sempre contraria alle commemorazioni,  allo sfruttamento e alla strumentalizzazione, e mai e poi mai mi accoderei ad altri per vari omaggi in memoria di un personaggio anche molto meno Grande di P.P.P.,  mi sia trovata invece a partecipare sia nel 2006 che nel 2010 a ben due mostre collettive su di lui. Nonostante mi sia costato non poco deciderlo,  oggi non mi pento. Infatti di un intellettuale del suo calibro io ammiro soprattutto l'intelligenza e la capacità di discernere, il suo intuito e la sua sensibilità che ne son sicura era lontano dalla suscettibilità che alberga negli animi di molti. Doti queste ancora più nobili della bravura in qualche campo, e della propria cultura, in lui alquanto notevoli. Queste ultime infatti nonostante siano doti importanti non mi hanno mai impressionato particolarmente perché coltivabili potenzialmente da chiunque.  Diciamo che è stato un onore per me avere in questi due eventi di Cagliari e di Bologna la possibilità in qualche modo di "incontrarlo".



_____P.P.P.____"risposta" a PIERPAOLO PASOLINI
02/11/2006

«E’ dunque assolutamente necessario morire, perché finché siamo vivi manchiamo di senso, e il linguaggio della nostra vita (con cui ci esprimiamo, e a cui dunq...ue attribuiamo la massima importanza) è intraducibile: un caos di possibilità, una ricerca di relazioni e di significati senza soluzione di continuità. La morte compie un fulmineo montaggio della nostra vita: ossia sceglie i suoi momenti veramente significativi (e non più ormai modificabili da altri possibili momenti contrari o incoerenti), e li mette in successione, facendo del nostro presente, infinito, instabile e incerto, e dunque linguisticamente non descrivibile, un passato chiaro, stabile, certo, e dunque linguisticamente ben descrivibile (nell’ambito appunto di una "Semiologia generale"). Solo grazie alla morte, la nostra vita ci serve ad esprimerci»
PierPaoloPasolini, "Empirismo eretico"



Caro P.P.P.,

il 2 Novembre ci ricorda come la morte di un intellettuale sembri voluta dal destino, costruita dalla propria intesa,
nel tuo caso, con il mito-metafora crocifissione dell’anima come chi appende ad un chiodo il proprio ritratto senza volto su cui passa sopra il corpo-sangue, la vita-periferica di un inganno vissuto umile-innocente.
  A cip-cip di tutto questo, con tutti i crahh-crahh di resoconto dai tuoi film, rivedo il tuo “oltre”.

Lasciata a staffetta di Penna in Penna di Pennello in Pennello di P in P Pittura e Poesia a P’Arte la tua bandiera indefessa, ormai ridotta a brandelli, l’animo tuo già indotto al massacro.

"Qualcuno prenderà la mia bandiera…"_ scrivevi.
Tra contraddizioni lacerate e fotogrammi di passaggio sul cuore/petto tuo, schermo dei migliori, si ri-cineprende
un oggi ancora odierno a salvaguardia di una specie non estinta del tutto, a cui la tua bandiera fu dedicata
“Ridiventa straccio e il più povero ti sventoli…” _dicevi.
Oggi ri-eccoti il tuo straccio a metafora di un Io che vede oltre: il "tuo". 
Rispetto a chi della bandiera ne ha visto sempre e vede ancora solo il suo colore, colore rosso oltre ogni ragione-torto, il proprio comodo fisso della propria convenienza, tu ne hai visto la "propria libertà" la propria rabbia-amore da sempre mal compresa la propria-stessa rabbia che, per cacciarli via [quei soliti mercanti...] hai organizzato la tua "propria" dipartita.
E così, come già sapevi, vincere nel tempo ciò che ancora qui giù come propria libertà, ancora è da tentare.




DIOYDEA@2006



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05 marzo, 2011

SANGUE DA NON (più) BARATTARE




http://oubliettemagazine.com/2011/03/04/sangue-da-non-piu-barattare-di-dioydea-daniela-fantini/



Sangue da non più barattare






A coltivar parole e vermi e spago
e corda, e vanto, il raccolto si fa
senza pensare ai giorni ricchi
senza più grovigli né censure
Tra l’assurdo del silenzio
e una portiera che sbattacchia
e… sangue, sangue, sangue, sangue
Sangue da barattare… ancora
Sangue. Mai vengono puniti
Tra i resti di carne sul piatto
e pace eterna in padella
Colombe, a metà derise
le ali che frustano il costato
sbattono prima sui vetri della coppa
A unguento d’aceto, le ferite
In oleati congegni sociali
saracinesche si abbassano
e danni a Donne a non finire
A più e più colpi a infierire
Sangue, sangue… Sangue.
E cani a sbranare in doppio petto
[e… sangue, sangue, sangue, sangue
Sangue da barattare... ancora
Sangue. Mai vengono puniti]



__________Dioydea©
http://oubliettemagazine.com/2011/03/04/sangue-da-non-piu-barattare-di-dioydea-daniela-fantini/


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02 marzo, 2011

DONNA, perché MAI "Maestra"? (Troppo "Scuola Elementare, Watson!")

 Perché, perché, perché?
Perché, al contrario di un uomo,  la donna non viene mai chiamata "Maestra"?
Tanti uomini vengono spesso chiamati così, alcune volte a ragione e troppo più spesso no.
Me lo sono chiesta più volte, soprattutto quando li ho visti gongolarsi e quando ho visto le donne omaggiare, come per farmi dispetto (??),  qualsiasi uomo intorno a me, che dicesse o dipingesse in maniera appena più avanzata non dico rispetto a me ma a qualunque comunissimo quanto ignaro imbianchino qualsiasi....
Mah! Non le ho mai infondo molto capite.
Quindi, straniere spesso a noi stesse, le studio. Iniziai a farlo con mia madre. Dalla culla. "Troppo alta la culla, non posso scappare",  breve racconto che un giorno o l'altro pubblicherò e mai solo a mie spese! sia chiaro!
Sorelle mai avute.

Quindi le studio e dopo le ripasso, pure. A volte mi piacciono tanto. Son troppe. Ne trovo solo qualcuna. Perchè?

Son le donne le prime ad essere nemiche di se stesse. E questa non è certo la gran novità di questo secolo. Le vedo già lì, anzi qui, pronte a criticarmi. A moment, please...

Il diverso da loro (noi dovrei dire?) non è infatti  il maschio, come comunemente sembra che sia,  quanto l'altra donna appena diversa, appena più avanzata di un passo da ciò che si sa essere il proprio limite normale di vita da donne. Quel recinto sacrosanto in cui son state infilate. In cui si sono infilate. Dove ci hanno infilato.
Bene, fate vobis...
Quelle massa_crate da sempre, anzi non da sempre, ma ancora. Leggere i giornali, anche oggi.

Potrei divertirmi a fare un libro in due soli minuti nani (?) lanciandomi in ipertesti, link e copiaincolla vari a conforto e appoggio di ciò che sembra sempre opportuno ricordare. Dalla Dea Mater alle streghe, da Giovanna d'Arco alle adolescenti di questi nostri giorni amari... Amarezze... Basterebbe cominciare un po' a sondare cosa c'è dietro alle parole... Mah! mi sa che lo metto su adesso: cominciamo.

Titolo:

DONNA, perché MAI "Maestra"??  (Troppo "Scuola Elementare, Watson!")


Amarezza...
"... questo significato e` stato dato da alcuni rabbini: fanno derivare il nome MIRYAM dalla radice MRR = in ebraico "essere amaro". Questi rabbini sotengono che Maria, sorella di Mose`, fu chiamata cosi` perche', quando nacque, il Faraone comincio` a rendere amara la vita degli Israeliti , e prese la decisione di uccidere i bambini ebrei."

Ah, mi dico... bene!
Da noi cristiani (anche solo adottati tali) viene a detta di alcuni:
 "Questa interpretazione puo` essere accettata da noi Cristiani pensando quanto dolore e quanta amarezza ha patito Maria nel corredimerci:
[Lam. 1,12] Voi tutti che passate per la via, considerate e osservate se c'e` un dolore simile al mio dolore...
Inoltre il diavolo, di cui il Faraone e` figura, fa guerra alla stirpe della donna, rendendo amara la vita ai veri devoti di Maria, che, per altro, nulla temono, protetti dalla loro Regina."

mmmm... da questo tipo di palle al piede (mi si perdoni, ma non parlavo solo dei copiaincolla e né di studio e di ricerca. ma proprio di a_marezze...)  non se ne esce mica facilmente. Soprattutto se poi vai a scovare che

"Maria" è  "tympanistria nostra" (Maria sorella di Mose` e la suonatrice di timpano degli Ebrei, Maria SS. e` la tympanistria nostra, cioe` dei Cristiani" ...
 e quindi capisci bene che chiunque abbia  ascoltato e riascoltato e riascoltato, certi suoni di timpano non ne esce con la mente a tabula rasa!
Percussioni a nastro, oh, nostra, anche sui timpani nostri...

Qui potrei già da ora tentare di tornare a bomba e delineare meglio  l'oggetto osservato.
Com'è che cioè  mai viene omaggiata dell'appellativo  "MAESTRA " una donna, un'Artista, una Poeta, una Scrittrice, una fotografa, una "falegnama", un'artigiana...
Alcune di noi potrebbero precipitarsi un po' troppo in fretta col rispondere "Ma a noi non ce ne frega proprio un catz di essere chiamate Maestre!" ma io dubito fortemente che sia così banale questa come unica risposta. E non è che non ci sia pure questa, tra le tante altre possibili.
"Maestra" è insomma, solo Maria! le altre donne semmai son sorelle, "maddalene"... tutte più giù in questo campo incolto di allodole stagne che son rimaste donne.

Già sembra infatti più semplice ridurle a gocce di Mare,  Stelle di Mare (pure L. Dalla si è accontentato di chiamarle così) pur se anche da lì, sempre dalla "fonte"  di Maria, si risale...

"ILLUMINATRICE, STELLA DEL MARE"
Secondo questa interpretazione il nome di Maria deriverebbe da: prefisso nominale (o participiale) M + 'OR (ebr.= luce) + YAM (= mare): Cosi` S. Gregorio Taumaturgo, S. Isidoro, S. Girolamo (insieme alla precedente)
Alcuni autori ritengono che S. Girolamo in realta` non abbia interpretato il nome come "stella del mare", ma come "stilla maris", cioè: goccia del mare.
La presenza della radice di "mare" nel nome di Maria, ha suggerito diverse interpretazioni e/paragoni di Maria con il "mare":

La cosa sta diventando davvero imbarazzante, mi dico e continuo perché dovrò pur poterne uscire illesa da tutto questo.
Ri-Pensando quindi alle spose di Cristo e alla sposa in generale vado a sondare cosa c'è dietro la :

 PIOGGIA STAGIONALE
Secondo questa interpretazione il nome di Maria deriverebbe da MOREH (ebr. PRIMA PIOGGIA STAGIONALE)
Maria e` considerata come Colei che manda dal cielo una "pioggia di grazia" e "pioggia di grazia essa stessa".
Ahhh... finalmente! Senza alcun dubbio anche  "Sposa bagnata, sposa fortunata!"...  verrà da questa fonte!
e pure le perle, le arselle e le cozze e le conchiglie e le lumache!!!

Ma muoversi! M U O V E R S I,  muoversi.. da tutto questo fermo BIO_illogico, diamine!
come, da dove, perché iniziare?
No, il perché è l'unico caso che io conosca come sano.

A ciliegina mettiamo anche questo e non se ne parli più. O si incominci a parlarne. Anzi, si continui a farlo

Del come e perché mai a una donna viene data un' "Altezza" culturale o politica o in nessun altro campo se non con approvazione di  uomo. Padre, Papi, padrino, Padre, Padrone... Anche una Regina infatti, la sola che viene chiamata così, è  perché sposa di Re.

Insomma DONNA uguale solo Figlia, Santa. Puttana Moglie  o Mamma.
Già infatti chiamarla "madre" riniziano un po' di casini.

Grazie, quindi dell'attenzione
il mio tenero contributo dall'alto del mio schiacciato "guerriero sopravvivere",  di donna.

Dioydea 1 Marzo 2011

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Spunti bibliografici  copiaincollati
da Don Alfredo Borselli a
 Roberto Olivato  "Come riconoscere i santi e i patroni nell'Arte e nelle immagini popolari-"
da Ratzinger J. a KLEINBERG A. "Storie di Santi, Martiri, asceti, beati, nella formazione dell'Occidente"
da Mario Benatti a Sicari Antonio M.
da Giusti Mario "Trenta santi più uno. C'è posto anche per te."


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