06 aprile, 2011

Il fascino irresistibile (?) della CATTIVERIA


Mah!?
A tentar di far solo il contrario del "bene" fatto/scritto da chi è "per bene", "buonista" o "perbenista" si rischia di far male il "MALE".  Senza rispetto al fatto che né l'uno né l'altro possono né mai hanno potuto esistere da soli.

Pensavo all'antologia "365 storie cattive"... "
"Il fascino irresistibile della cattiveria
(di Le recensioni di Scuola Holden)
 I lettori appassionati di gialli e noir si considerino chiamati a raccolta, questa antologia di storie cattive è un esperimento insolito e stravagante per gli amanti della suspance. "Mettersi a cercare 365 storie da 365 parole ciascuna: una follia. Chiedere di mettere per iscritto la cattiveria solo..."
Non ho letto l'antologia né la leggerò mai. Ma non è una questione di principio.  L'avessi qui sotto mano l'avrei almeno già aperta. Ma so che dopo Carmelo Bene (ma penso sia stato ispirato soprattutto dal suo cognome a fare il contrario :) e prima ancora  Shopenhauer nel suo "L'Arte di insultare",  tutto ciò che di cattivo ho visto/letto son stati solo i titoli di film e di qualche libro in Libreria. In TV un guazzabuglio (che parola orribile!) di immagini "cattive". In Musica pure.
Quale sottile gusto serpeggia e striscia verso la "cattiveria" se non una banale voglia di... cosa?? Cos'è? Solo frustrazione? Forse non è nemmeno così banale il motivo ma semplicemente troppo stupidamente umano? No, anzi! "animale"?
Chi (semmai) è che "arma" questa cattiveria? Il Mercato?
Sempre le Case Editrici? O è una "richiesta" sempre più esplicita?
Ma la richiesta nasce dall'offerta? chi nasce prima,  la gallina?
Chi la idolatra, la cattiveria? (Ma potrei dire la stessa cosa per la Bontà, sia chiaro!).
Si può essere così stupidamente obbligati a essere "solo "buoni" da aver bisogno di una par condicio così banale? E si può essere così cattivi da non aver bisogno del contrario?
Può essere solo una questione di un risveglio che innesca una forza contraria al "perbenismo" portato avanti dalle religioni? mmmm... Ma se son proprio le religioni che hanno sempre parlato "anche" del Diavolo!



______Boh!_
dioy@
Della serie:_"farsi domande è sempre meglio che tentar di dare agli altri  delle risposte troppo esplicite". 
____________________________________________________________________________________6/4/2011




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SESSO da Banca_rella del LIBRO (o sarebbe meglio POESIA?)

"E' l'amore che è essenziale.
Il sesso è solo un accidente.

Può essere uguale o differente.

L'uomo non è un animale, è una carne 
intelligente, anche se a volte malata."
Fernando Pessoa



Una citazione ad hoc per dire ancora una volta quanto mi frigge ormai da anni nella penna.
Penso forse da sempre infatti quanti nella poesia di tutti i tempi abbiano oltrepassato quel bellissimo limite che dovrebbe  tenere ben distaccati Eros dal solito desiderio di sesso da bancarella. Possibile, mi sono appunto chiesta ma  mai per giustificarli, (forse solo per non vederli proprio così "malati"), che chi lo varca pensi  solo a "vendere" meglio una merce che tutti sanno ormai essere la prima merce del primo mestiere del mondo?? Ma si sa,  dove c'è mestiere, da tener ben presente, c'è sempre un datore di lavoro dall'altra parte...

Cosa "tiene" in piedi la poesia? Oggi? Ancora il sesso? O lo tiene in piedi ogni Casa Editrice? Si dice spesso, in gergo: la Poesia non "tira". Cos'è che "tira", allora? Ecco allora che le risposte ovvie arrivano senza più nemmeno darle.

Penso a tanti di quei tutti oggi, (Apollinaire è un bambino al confronto!)  e a quanto non mi siano mai piaciuti...
Cosa può esserci di così antierotico quanto una descrizione particolareggiata delle proprie o altrui nudità in forma di poesia o romanzo? Mah! Bukowski al confronto da apprezzare proprio per la sua scelta decisamente "oltre".

Sarà davvero che amare scrivere per molti è solo un  sublimar di pulsioni di carne e basta...  Sperma, sangue e...
Se davvero è così si arriverà tutti, come ho già paventavo anni fa, allo svisceramento e alle scarnificazioni superdescritte applaudite coralmente da chi di sesso e e di porno si ammalerà sempre di più. Rimanendone sempre più assuefatti. Dipendenti, quindi.
Insomma fare da pusher a questa gabbia di matti. Questo il destino del poeta e dello scrittore.

Ma scrivere di Morte è ben altro, per la Poesia.
La propria sessualità è ciò che più intima la si tiene,  meglio si sublima, più si sublima più si è vicini al suggerire Eros tra le righe e che finalmente trabocchi! non più dalle descrizioni, piuttosto ridicole spesso, di  culi o tette o peni in distillazio(ne)... ma da ciò che senza un vero Poeta o uno scrittore/Poeta mai si riuscirà  più a ri_trovare...

Esiste il porno schietto.  Perché far gli ipocriti in forma poetica? Il contenuto porta agli stessi risultati.

...


Dioy©_dal diarioBlog di come  diventare sempre più "impopolari" 

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